L’ACQUACOLTURA SARA’ PIU’ IMPORTANTE DEL PETROLIO

L’acquacoltura e la pesca saranno più importanti del petrolio: con questa affermazione Trim Eiden Gundersen, Direttore Italia del Norvegian Seafood Council, Ente statale norvegese preposto alla promozione dei prodotti norvegesi della pesca e dell’acquacoltura, ha sbalordito il pubblico e gli operatori specializzati intervenuti al recente Seafood Summit di Rimini, organizzato da Mark Up. I dati che ha divulgato sono impressionanti e fanno capire come effettivamente il seafood potrà avere un grande futuro nell’alimentazione umana del terzo millennio. Il pesce attualmente incide solo per il due per cento sul totale del cibo consumato sul pianeta. Nonostante il calo delle catture dovute ad un eccessivo sfruttamento delle risorse, ci si rende conto che le risorse provenienti da pesca e acquacoltura saranno veramente più importanti del petrolio. I dati che riguardano le esportazioni di pesce della Norvegia, importante paese produttore di petrolio, sono significativi. Attualmente il totale dell’export di pesce allevato e pescato norvegese, soprattutto salmone e merluzzo, vale sei miliardi di euro e le previsioni per i prossimi anni prevedono una crescita a due cifre. Bisogna prendere esempio da questi paesi, in particolare l’Italia, con i suoi ottomila chilometri di coste e le sue secolari tradizioni marinare.  Dall’indagine di mercato presentata durante il seafood summit è emerso che la buona parte dei consumatori italiani intervistati percepisce il pesce allevato come un prodotto industriale, proveniente quasi esclusivamente da vasche a terra. Un aspetto importante del mercato che deve far riflettere gli operatori del settore, soprattutto quelli della comunicazione.

Gabriele Chiodi