Ittico confezionato, che futuro per prodotti antichi?

L’Italia vanta un consumo pro capite di pesce di 28 kg a testa contro la media comunitaria di 25 e un media mondiale di 20 kg. Nel settore delle conserve ittiche i consumatori italiani premiano la qualità e i prodotti con certificazioni di sostenibilità ambientale. Si assiste a una crescita progressiva della fascia premium a discapito di quella media. Secondo i dati Nielsen (iper+ super + libero servizio), nel 2018 questo mercato in Italia valeva 1,617 miliardi di euro (+1,9% sul 2017) per 122.200 t (-1%) di volume. Il tonno in scatola, per il quale il nostro paese è il secondo produttore europeo dopo la Spagna, è protagonista assoluto, con un fatturato di 1,151 miliardi (+2,7% sull’anno precedente) e un consumo di 106.500 t (-0,5%), seguono Alici/acciughe per un valore di 110 milioni di euro (-2,4%) e 4.400 t (-7,5%) e sgombro per un valore di 109,5 milioni (-0,6%) e un volume di 8,700 t (-3,6%). I prodotti che registrano le maggiori crescite percentuali sono il salmone (+8,7% a valore e +3,2% a volume) e i gamberetti (+7,5% e +14,6%).

In generale il prezzo medio a confezione aumenta nell’ultimo anno di oltre il 4% e in termini di prezzi i posizionamenti intermedi perdono di rilevanza, mentre acquistano valore quelli di fascia alta. “Il consumatore è disposto a spendere di più per prodotti non tanto elaborati, ma sani, naturali e gustosi con certificazioni sia per quanto concerne la materia prima che la lavorazione -afferma Federica Siri, marketing & trade marketing manager di Rizzoli Emanuelli-. C’è una forte tendenza alla semplicità sia nei pack che nelle ricettazioni, ma anche una sempre maggior attenzione alle origini del pesce e alle lavorazioni tradizionali. Nelle referenze, come lo sgombro e le alici che a livello di mercato non stanno andando bene, noi diversamente cresciamo grazie alle nostre specialità. In generale, nel comparto si assiste alla dominanza del mercato della marca del distributore per tutte le referenze di fascia media, come per esempio la classica scatoletta di tonno, mentre si ricorre alla marca industriale nota quando si cerca un livello qualitativo superiore”.

La marca del distributore nel mercato Italia (I+S) detiene circa il 21% della quota di mercato a valore con un trend di crescita positivo.

In Despar Italia il comparto fa registrare performance migliori rispetto al mercato: +3,8% il tonno sott’olio contro +1,6 I+S, +7,2% il tonno al naturale contro il +4,6% del dato nazionale e +5.1% per le altre conserve di pesce rispetto a una generale scarsa dinamicità. La quota della pl è leggermente inferiore alla media nazionale, ma negli ultimi anni ha registrato tassi di crescita anche a doppia cifra. Particolarmente rilevanti nel 2018 sono stati gli andamenti a valore del tonno all’olio (+28%), del tonno al naturale (+8%), del salmone (+7%), dello sgombro all’olio, delle sardine e delle alici (+4% cad.) e dello sgombro al naturale (+2%). Un trend positivo che prosegue anche nell’anno in corso. “In un comparto dove il prezzo resta una leva d’acquisto importante e l’intensità promozionale è elevata, sta crescendo sempre di più la sensibilità dei consumatori verso i temi della sostenibilità ambientale, del livello di servizio e della qualità -osservano da Despar Italia-. Già da diversi anni Despar ha previsto la dichiarazione volontaria del nome della specie commerciale del tonno, e ha deciso di proporre due varietà, tonno pinna gialla (yellowfin) e tonno striato (skipjack), per limitare l’impatto sulle singole specie impiegando solo tonno in età adulta e proveniente da zone Fao non sovrasfruttate. Lo scorso anno abbiamo introdotto nella nostra linea premium un tonno all’olio evo 3X65 g pescato a canna e la nuova linea di sgombri grigliati con risultati molto interessanti”.

Il tardo arrivo dell’estate dell’anno in corso ha influito negativamente sul consumo del tonno in lattina nei vari formati (80 o 160) e nelle varie tipologie (oliva/semi/naturale). Da Md osservano che invece “nelle altre conserve di pesce (sardine, sgombri, ecc.) forse essendoci una maggiore dinamicità e una scelta per il consumatore più ampia, anche in virtù di un assortimento maggiore (ricettazioni varie, grigliati, ecc.), non si vede la stessa sofferenza riscontrata nel segmento tonno. In particolar modo i grigliati in generale stanno avendo un riscontro abbastanza positivo, forse anche perché la percezione del consumatore è quella del prodotto salutare e dietetico. Il prezzo, purtroppo, rimane determinante nella scelta, anche se la pesca sostenibile (Dolphin Safe, Msc, ecc.) è una discriminante positiva, ma di certo non è il fattore che può spostare le vendite della merceologia in oggetto”.

Rispetto alla sofferenza del tonno emersa dai dati di fine maggio che per la prima volta dopo molti anni porta a un calo della penetrazione (nonostante resti molto elevata, pari al 91,6%), Giulia Bizzarri, marketing manager Nostromo, oltre al fattore climatico rileva che a incidere negativamente sono anche l’eccessivo uso della leva promozionale: “La presenza continuativa di scontistiche ha portato il consumatore ad acquistare solo in promozione e a non fare più scorte. Inoltre, l’aumento del costo della materia prima costringe, anche nelle offerte, a mantenere i prezzi sopra la cosiddetta soglia psicologica facendo diminuire la convenienza percepita”.

Non mancano tuttavia alcuni segnali positivi: Marina Chiesa, marketing manager di Mareblu osserva che le famiglie tendono infatti a sperimentare nuovi segmenti al di fuori del tonno, come gli sgombri (che valgono a volume il 6,2% del totale mercato, YTD mag ’19), il salmone in filetti (1,4%) oppure le insalate pronte (2,3%), ma lo fanno in maniera ancora occasionale e tendenzialmente nei momenti promozionali. “Notiamo inoltre una richiesta sempre maggiore di prodotti che offrono anche il “servizio”, come le insalate con pesce, utilizzate per lo più per un pasto bilanciato e veloce fuori casa. All’interno di quest’ ultimo segmento Mareblu è presente con la linea Nutrimix”.

Le marche industriali stanno inoltre puntando sull’innovazione di prodotto in un’ottica di salubrità e sostenibilità con le referenze del tonno che non si sgocciola o del tonno con meno grassi. Più difficile da comunicare il concetto del bio dato sostanzialmente dalla certificazione dell’olio impiegato per la conservazione.

Anche Generale Conserve con il brand Asdomar cavalca il filone salutistico introducendo delle innovazioni a scaffale. Lo scorso anno è entrato nel segmento dei grigliati con lo sgombro e lanciando, primo nella categoria, il tonno. Quest’anno si è fatto largo nel reparto con la novità dello sgombro al naturale che non si deve sgocciolare. “Per l’autunno – afferma Federica Mazzei, trade marketing manager di Generale Conserve – stiamo lavorando sulla tendenza seguita da tutti i player di sgrammare la lattina da 80 grammi rispetto ai quantitativi d’olio cercando di distinguerci dall’offerta già presente sul mercato e tra settembre-ottobre amplieremo la nostra gamma premium con i filetti di tonno in olio evo bio e sale integrale nel vaso in vetro da 150 grammi.

Se sul tonno i consumatori premiano i prodotti premium e la grande distribuzione risponde allargando lo spazio a scaffale, Callipo, forte di performance di rotazione su questa fascia più che doppie rispetto alla media del mercato, rafforza la propria presenza lanciando i filetti di tonno al naturale in acqua di mare. “Una novità assoluta per il mercato che va ad affiancare i nostri filetti di tonno al naturale e vuole rispondere alle tendenze salutistiche con un prodotto naturalmente sapido che permette di ridurre del 30% l’apporto di sodio – afferma Angela Neglia, direttore commerciale di Callipo –. Per spiegare ai consumatori il prodotto, sugli scaffali dallo scorso agosto, abbiamo aggiunto un collarino in cui è indicata la provenienza dell’acqua marina e i trattamenti di sanificazione a cui è sottoposta”.

di Jessika Pini