Senza Spine-Osteria di mare apre al Parco Appio

Senza Spine
Senza Spine, uno streetfood di pesce in più di 12.000 mq di verde nel cuore di Roma

Come ogni estate, nella Capitale riapre Parco Appio. Nelle calde serate Romane, il parco antistante la Fonte Egeria si trasforma in un ritrovo a cielo aperto dove divertirsi con cibo di qualità, drink, birre artigianali e tanta musica. Quest’anno però, c’è una new entry: il chiosco di Senza Spine-Osteria di mare.

Fabio Di Vilio, chef de La Scialuppa da Salvatore a Fregene, e Federico Feliziani, proprietario dell’Elementare e gestore del Parco Appio, sono pronti a dare avvio al loro personale progetto, nato da una sincera amicizia e dalla comune esperienza nel settore. Un percorso condiviso che li ha portati a puntare sulla proposta di mare, ancora per poco, grande assente del Parco Appio. Uno streetfood di mare divertente e dinamico in cui il logo sarà il file rouge del packaging, tutto interamente compostabile, degli sticker e delle magliette brandizzate.

Senza Spine nasce dall’idea di una cucina veloce che richiami quella di una trattoria di mare, ma più ricercata nella proposta; due menu totalmente diversi ma curati in egual modo da Chef Di Vilio: a pranzo, una proposta più immediata e classica come ad esempio tagliolino ai lupini o il fritto misto di mare, a cena invece supplì alla crema di scampi, bun con frittata di pesce e salmoriglio, panino all’olio e pulled tuna, tramezzino tonno Alalunga e carciofini, focaccia genovese con ciauscolo di ricciola e stracchino, french toast con bufala, alici e pomodorini confit, salumeria di mare e proposte special.

“È tutto della nostra conserva, dal pane dei tramezzini al tonno, ai carciofini -precisa lo chef che garantisce- ci sarò ogni weekend!”

Inoltre, uno streetfood che si rispetti non può non avere le sue salse speciali e da Senza Spine ce ne sono alcune davvero sorprendenti: maionese di cannolicchio e salsa bbq con le sarde di accompagnamento alle proposte special. Un esperimento, quello di Fabio e Federico, con cui toccare con mano la risposta dei cittadini romani al loro format e, chissà, magari aprire un locale in pianta stabile e non solo stagionale.